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Disturbo Bipolare II


DISCLAIMER:
Gli psicologi non si basano mai sulla presenza di una lista di sintomi, bensì riconoscono i quadri tipici di disturbi mentali basandosi su tutto ciò che apprendono dalla persona; ridursi alla conta dei sintomi perderebbe di vista la complessità di ogni singolo individuo
Nel rispetto delle persone, se interessato all'argomento per te stesso o per altri che conosci, non interessarti mai alla sola presenza dei sintomi elencati, qui offerti solo per diffondere conoscenze psicologiche (nei limiti consentiti dal codice deontologico, art. 21) È necessaria competenza per una diagnosi perché i sintomi indicati possono essere presenti anche nella popolazione sana, che tuttavia mantiene per la maggior parte del tempo un certo equilibrio; facciamo la valutazione diagnostica per comprendere perché per alcune persone tale equilibrio non c'è o non è più sostenibile

Che Cos'è?
Il Disturbo Bipolare II è caratterizzato da periodi di grandiosità, senso di potenza ed efficacia senza limiti, desiderio di compiere attività su attività senza fermarsi, frenesia e volontà di ottenere grandi risultati, a cui si alternano ciclicamente periodi di depressione, disperazione, senso di morte, autorimproveri. A differenza del - Disturbo Bipolare I nel II la grandiosità che si sente è maggiormente sotto controllo, ovvero il comportamento non è bizzarro e non influenza in modo così determinante le attività lavorative e quotidiane da destare subito preoccupazione; similmente ad esso invece si hanno cicli in cui il forte senso di sé si alterna a disperazione, autorimproveri, desiderio di morire, depressione e perdita di interesse e piacere per ogni cosa. Similmente ai - Disturbi D'Ansia si sentono ansia e senso di pericolo imminente, che si accompagnano spesso ad episodi di panico simili a quelli osservabili nel - Disturbo Di Panico. Quando si sente che l'umore comincia a calare perché si sta andando verso una fase depressiva, i sintomi sono a tutti gli effetti quelli del - Disturbo Depressivo Maggiore. Come per tutti i Disturbi episodici o ciclici (vedi anche Disturbo Bipolare e Disturbi Correlati) nel bipolarismo la natura episodica e le inversioni dell'umore causano una forte esperienza della differenza tra i momenti di massimo dolore e quelli di massima sensazione di potenza; qui si osserva tuttavia la maggiore differenza tra il bipolarismo di tipo I e II, ovvero paradossalmente nel secondo la fase di umore elevato non è così grave da causare chiaramente problemi nella vita, eppure vi si associa una superiore mortalità; nel Disturbo Bipolare II accade più spesso che l'umore si alzi repentinamente proprio durante un periodo depressivo, quindi anche se questo passaggio è meno ampio rispetto al Disturbo Bipolare I, è come se si affrontasse questo squilibrio molto più spesso e, come detto già in occasione del - Disturbo Bipolare I, è la ciclicità a peggiorare i sintomi. Come per gli altri Disturbi Bipolari, la differenza con il Disturbo da Disregolazione dell'Umore Dirompente sta nel fatto che quest'ultimo non è episodico; simili considerazioni permettono di distinguere anche il Deficit di Attenzione/IperattivitàPagina In Manutenzione ed altri Disturbi della CondottaPagina In Manutenzione, in cui prevale irritabilità senza inversioni sistematiche di umore. Alla condizione individuale si aggiungono le conseguenze sociali, questo atteggiamento viene considerato un tratto caratteriale negativo per l'imprevedibilità dell'umore. I sintomi aumentano, si stabilizzano e diminuiscono ciclicamente in continuazione

Spesso, ma non necessariamente,
Il Disturbo Bipolare II si confonde inizialmente con il Disturbo Depressivo Maggiore. Il comportamento di grandiosità, senso di potenza ed efficacia senza limiti, desiderio di compiere attività su attività senza fermarsi, frenesia, è chiamato mania (quando si ha un episodio si parla quindi di condizione o episodio maniacale); nel Disturbo Bipolare II la gravità dei comportamenti è minore e quindi si parla di ipomania e di episodio ipomaniacale. Viene spontaneo pensare allora che si tratti di una forma più leggera di bipolarismo, con minori sintomi e minore impatto sulla vita, tuttavia le cose non stanno così ed anzi questa condizione è più associata al suicidio rispetto al bipolarismo del I tipo; una possibile spiegazione sta nella superiore gravità della componente depressiva, ovvero nel secondo tipo si ha più rapida alternanza tra umore depresso ed umore euforico; per quanto possa sembrare paradossale, la depressione è il risultato di un meccanismo di difesa, dall'esterno chi guarda è tentato di pensare che la Depressione sia una condizione terribile e nessuno vorrebbe vivere così, eppure in Psicologia è universalmente accettato che quando l'individuo crea questi sintomi lo fa per evitare una condizione peggiore, ovvero per quanto l'individuo stia soffrendo quel che fa gli serve per evitare di perire ancor di più; i modelli cosiddetti "dinamici" della mente, tra i più diffusi attualmente, ritengono che questo avvenga perché l'individuo percepisce una estrema ferita narcisistica, ovvero una forte minaccia al proprio sé, e l'umore depresso, la perdita di piacere e gli altri sintomi sono un modo per proteggersi, chiudersi al mondo esterno in un momento in cui ci si sente più vulnerabile agli ulteriori attacchi che (si percepisce) possano arrivare da esso; se si guarda quindi la faccenda da questo punto di vista, allora paradossalmente le fasi euforiche durante un periodo depressivo, sebbene non gravi di per loro, portano ad una rottura del meccanismo di difesa e non è un caso che siano proprio le finestre temporali in cui è più probabile che si tenti il suicidio; infine, dal momento che in queste fasi la persona è più euforica, impulsiva e piena di energie anziché essere chiusa ed abbattuta come sarebbe per un disturbo depressivo non bipolare, al bipolarismo di tipo II si associa una maggiore efficacia dei tentativi di suicidio, ovvero è più probabile che quelli tentati vadano, purtroppo, a causare effettivamente la morte. Tutto questo dimostra l'importanza di una visione generale della persona senza limitarsi allo studio dei sintomi fine a sé stesso. Anche nel Disturbo Bipolare II può succedere che si abbiano ricette a disposizione che portano a vedere nel farmaco un oggetto miracoloso di cui si finisce per abusare: durante le fasi depressive si prendono per sollevare l'umore, poi quelli per abbassarlo durante le fasi ipomaniacali in cui è troppo alto; questo nel tempo contribuisce ad indurre le inversioni dell'umore che diventano sempre più rapide e il problema si aggrava; accanto ai farmaci si deve investire quindi nella cura psicologica, rivolgendosi ad uno Psicologo. Si ripetono comportamenti autocritici ed autorimproveri da un lato, e comportamenti grandiosi e di onnipotenza dall'altro, senza che questo possa portare piacere; questi comportamenti tempestosi non consentono di avere una prospettiva di senso, una forma, una dimensione del problema reale, che rimane ignoto ed ulteriormente mascherato proprio da questi meccanismi. Il contesto sociale può influenzare il bipolarismo di questo tipo maggiormente rispetto al bipolarismo tipo I per via della maggiore frequenza delle inversioni di umore durante la fase depressiva, che porta ad una superiore sensibilità all'ambiente: come già spiegato, infatti, c'è una maggiore fragilità dei meccanismi di difesa depressivi e questo aumenta la sensazione di impotenza e la sensibilità agli stimoli esterni; il problema è comunque da considerarsi individuale, sebbene aggravato dal fattore sociale, ed i sintomi non si risolvono senza intervento. Si perde tempo ed attenzione, si fatica a rimanere concentrati su qualunque attività ed a portare a termine i propri impegni e progetti di vita; il problema porta a costi ben maggiori di quelli di una terapia, e la sensazione di essere inadatti e non capiti porta a non interessarsi alla cura, tuttavia lo Psicologo è competente nel rendere la persona più capace di controllare l'umore e sviluppare un senso di potenza ed efficacia indipendentemente da cicli e farmaci, ed infine a sviluppare nuovamente la percezione del piacere

Che cosa si può fare:
Non sottovalutare le fasi euforiche durante un episodio depressivo: inizialmente si considera positivo che alla tristezza subentri sempre più spesso una certa spensieratezza e sicurezza di sé e quindi non ci si allarma; il problema si aggrava in fretta non appena le fasi depressive cominciano a peggiorare, e quelle fasi di euforia portano ad una forte impulsività che può portare a scelte di vita scorrette ed estreme, come avviene per la scelta di commettere suicidio. La condotta migliore è di consultare uno Psicologo e rendere noti fin da subito questi momenti di euforia che spezzano i momenti di disperazione; è altrettanto importante non esagerare fin da subito con i farmaci in quanto è dimostrato che questi possano causare le inversioni dell'umore, quindi in caso siano necessari bisogna partire dalla dose minima efficace e svolgere una terapia psicologica adatta in concomitanza

Lo sviluppo di altri sintomi dipende dalla storia di vita della persona,
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